di Angiola Maria Scibona

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Apparecchi Acustici per BAMBINI

Trovare una perdita uditiva ad un bambino e quindi correggerla adeguatamente significa permettergli di sviluppare correttamente il linguaggio ed in generale uno sviluppo psico-motorio adeguato per la sua età.

Per i genitori una diagnosi di ipoacusia è sempre un’evento  spiacevole, ogni tristezza però viene cancellata osservando giorno per giorno i miglioramenti del piccolo. Vi posso garantire che all’arrivo delle prime paroline l’emozione è talmente forte da riempirvi di gratitudine. 

Prima di continuare vorrei che guardaste questo video in cui ho raccolto delle interviste fatte ad alcune giovani Mamme che hanno ormai superato brillantemente le prime fasi di applicazione protesica dei loro piccoli:

Alcune domande frequenti:

L’Ipoacusia non è altro che la riduzione della sensibilità uditiva. Ci sono alcune forme di ipoacusia piuttosto frequenti nei bambini che hanno a che fare con processi infiammatori a livello dell’orecchio medio, queste sono perlopiù di natura reversibile e si possono trattare farmacologicamente. Le ipoacusie di tipo neurosensoriale invece, che coinvolgono cioè i recettori uditivi o il nervo acustico, non possono essere semplicemente curate, si può però ricercarne la causa e correggere l’udito attraverso protesi.

Non sono altro che dei livelli di gravità in cui suddividiamo le perdite uditive. Guardando un’esame audiometrico la media calcolata sulle frequenze centrali (500 – 1000 – 2000 Hz) definisce il grado di perdita uditiva. In particolare: Perdita Lieve : range 20 – 40 dB, Perdita Media : 40 – 70 dB, Perdita Grave : 70 – 90 dB, Perdita Profonda : 90 – 120 dB. 

Tramite le protesi acustiche cerchiamo di riprodurre il più possibile un’ascolto naturale selezionando dal panorama sonoro ciò che servirà al bambino per svilupparsi correttamente. Cosa significa : “Svilupparsi correttamente”? Significa raggiungere un livello di produzione verbale coerente con l’età in cui è stata corretta la perdita uditiva e la sua fase evolutiva. Quanto più precoce sarà l’intervento protesico, tanto migliore sarà la produzione verbale. L’obiettivo in ogni caso è permettere al bambino di sviluppare, chi prima e chi dopo, un parlato normale.

La prima risposta che mi viene in mente è : “Perché mai non dovrebbe?”. Un bambino ipoacusico corretto acusticamente è perfettamente in grado di far fronte a tutte le difficoltà della vita al pari di un coetaneo grazie alla continua innovazione tecnologica. I sistemi  utilizzati al giorno d’oggi, se adeguatamente impostati, sono in grado di sopperire a tutte le necessità. Oltre a questo aspetto bisogna considerare che sempre più famiglie si stanno avvicinando a questo aspetto della salute e come spesso accade la conoscenza migliora la società.

Questa è una della maggiori paure delle mamme o comunque dei genitori che si avvicinano per la prima volta all’argomento. L’angoscia svanisce quando effettivamente il bambino comincia a frequentare la materna e poi il normale percorso scolastico. Nella mia esperienza nessuno ha mai riportato prese in giro da parte di compagni e amici. Vorrei quindi tranquillizzare tutti dicendo che l’apparecchio acustico o l’impianto cocleare non è altro che un’ opportunità e così viene vissuta dai più piccoli.

La scelta segue delle linee guida ben precise sviluppate dopo anni di ricerca Audiologica che coinvolgono il tipo  di patologia e la gravità della perdita. In ogni caso la pratica vorrebbe che prima di applicare un’impianto  cocleare si proceda con protesizzazione acustica per valutare le risposte al suono del bambino e per creare per quanto possibile un’abitudine all’ascolto nei primi mesi di vita. Se le risposte al suono non sono soddisfacenti oppure non rispettano dei requisiti ben precisi si procede con l’intervento entro, se possibile, l’anno di età.

Già dalle prime settimane è possibile verificare strumentalmente come cambia la percezione al suono del bambino con e senza il dispositivo protesico. Per le prime paroline bisognerà invece aspettare di più ed il periodo è piuttosto variabile da caso a caso. Generalmente consideriamo l’età uditiva, ovvero il periodo di tempo da quando il bambino ha cominciato a sentire correttamente e quindi ad apprendere, di circa 1 anno.

Ecco alcuni tipi di apparecchi acustici
per BIMBI

L’aspetto fondamentale da ricercare in una protesi uditiva per il bimbo è sicuramente oltre alla qualità anche la resistenza. Di modelli ne esistono tantissimi in grado di coprire tutte le differenti perdite uditive. 

Anche in questo caso non dovrete preoccuparvi perché l’Audioprotesista avrà ben chiaro ciò che serve osservando l’esame, l’età del bambino e le sue attitudini. 

Se hai qualche dubbio di natura tecnica o generale sull’argomento scrivici pure! Oppure meglio ancora approfitta di una consulenza gratuita compilando il Form ad inizio pagina!

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